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dAltro-ve

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Quando saremo anime

trafitte di luce,

vivremo in relazione?

O vibreremo a distanza

e solo per simpatia?

Vivi non ci trascurammo, 

dolci aguzzini l’un l’altro.

Trascolorati,

romperemo le catene?

E ora cosa siamo:

alberi troppo vicini?

 

 

 Maura Potì - 12/11/2013 11:04:00 [ leggi altri commenti di Maura Potì » ]


Si, mi piace pensare di si. Anch’io spesso mi perdo in questi pensieri. E’ bellissima questa sensazione di attaccamento alla vita terrena e insieme la ricerca di un senso all’Altro-ve, il vagheggiamento di un’altra dimensione, nella quale ci si augura che non vada perso nulla dell’esperienza di affetti e di relazioni che abbiamo costruito in questa. Molto bella, Lori

 Loredana Savelli - 11/11/2013 23:09:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Cara Alessandra! Il tuo commento mi conferma la tua profondità di pensiero e di sentimento. Io mi limito ad accennare e a volte non trovo io stessa i nessi, la tua lettura invece è convincentissima! Sì, penso che il bisogno che tu hai colto sia il movente di questi miei pensieri sospesi tra il presente, l’ineluttabile e il mistero di noi tutti: quasi anime.

 Alessandra Ponticelli Conti - 11/11/2013 22:48:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Il momento del trapasso, il non essere ancora del tutto anime ma neppure più corpi. Nonostante la serietà del tema trattato, non sono la paura della morte e l’attaccamento alla vita i pensieri dominanti della poesia, bensì il bisogno di vedere se stessi da un’altra dimensione e in un’altra dimensione. Con la speranza, che i legami che abbiamo creato non si disperdano e, insieme, con il timore di non riconoscere più coloro che abbiamo amato in vita.
Bellissima!

 Loredana Savelli - 10/11/2013 14:16:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Caro Emilio, sono esterrefatta per la finezza della tua interpretazione e credo sia molto vicina alle mie intenzioni, che non mi erano chiarissime (!). Dunque mi hai aiutato a chiarirmi. In particolare mi convince la tua lettura del "quasi", mi riconosco. Con questo testo volevo non azzardare discorsi sull’aldilà, ma suggerire un contro-pensiero, assumendo il punto di vista "terrestre". E, come ho accennato prima, confondo il tu con il Tu.
Sei molto bravo, hai talento da vendere, anche come critico (o come psicologo?).
Ciao!!!!

 Emilio Capaccio - 10/11/2013 12:15:00 [ leggi altri commenti di Emilio Capaccio » ]

La poesia mi parla di un grande contrasto interiore, una difficoltà di staccarsi dalla dimensione terrena, immaginandone il momento.
Sento perciò un grande attaccamento alla vita terrena anche se non esasperato dalle parole e quel "quasi" usato apparentemente in modo incoerente, testimonia, in realtà, l’ultima resistenza da te posta in essere per impedire la completa e irreversibile trasmutazione del corpo in anima; una porta che non lasci totalmente chiusa alle tue spalle; "quasi" significa possibilità di ritornare corpo, attraverso un spiraglio, una porta socchiusa - come un bambino lascia socchiusa la porta della stanza la notte per far filtrare un raggio di luce, perché ha troppa paura di dormire nel buio -

Questa ritrosia del distacco è testimoniata anche dall’uso e dalla connotazione che fai del presente e dalla domanda che lasci aperta sul finire.
"Vivi non ci trascurammo" (ma dopo lo faremo?); "ora trascolorati sveliamo le catene segrete" (associ la libertà a una dimensione corporale, cioè è in un corpo sano e bello che ti senti libera); "le cose lasciate emanano acre l’odore di terra" (quell’acre odore è un forte richiamo olfattivo a "ritornare"); e infine, noi che siamo così legati alla terra come da un cordone ombelicale, "vivremo in simpatia" in quell’altrove? O che succederà poi? Siamo certi che staremo bene?

Sappi che è un mia personalissima interpretazione della poesia, per cui Loredana, come al solito ti chiedo scusa in anticipo se ho frainteso.

Ciao.

 Loredana Savelli - 08/11/2013 14:46:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Grazie, care amiche. Sono cosciente del fatto che il testo è un po’ ambiguo. Infatti confondo volontariamente la dimensione ultraterrena con quella terrena. Non sappiamo nulla di come sarà l’Altro-ve, ma abbiamo esperienza dell’Altro. Perciò i due piani, terreno e ultraterreno, interagiscono anche nel presente.
Più o meno così.
Grazie a entrambe, a Cristiana non sfugge niente. Vi sono grata.

 Cristiana Fischer - 08/11/2013 10:35:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

non è così semplice, non stai parlando dell’-al-di-là, con questi "alberi ANCORA confitti", e mi sfugge nel "quando saremo QUASI come anime" a quale situazione ti riferisci... forse a una fase di pace raggiunta

 Fiammetta Lucattini - 08/11/2013 10:08:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Assolutamente sì, carissima!
Saremo la foresta lussureggiante di un eden finalmente cristificato.
Un abbraccio.

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